Quando si parla di Donald Trump e di qualsiasi prodotto finanziario si è sempre pronti a rimanere scioccati da ciò che si può scoprire. E per quel che riguarda il Bitcoin la regola è confermata.
Donald Trump e l’interesse per le criptovalute
Nel corso di un incontro recente tenutosi con alcuni dirigenti di aziende di crypto mining americane Donald Trump ha ribadito il suo sostegno a questo settore. E all’interno di un post sul suo social network l’ex presidente ha dichiarato di volere che “tutti i Bitcoin rimanenti siano made in USA” e che a tal ragione avrebbe sostenuto gli Stati Uniti nel diventare dominante dal punto di vista energetico.
Al netto di alcune stranezze che da sempre caratterizzano Donald Trump, dobbiamo ricordare che in materia di Bitcoin e criptovalute ha ultimanente presentato un certo supporto. A prescindere se questo fosse ritenuto sostenibile o meno. Arrivando a dire che il Bitcoin rappresenterebbe, tra l’altro, l’ultima linea di difesa contro una moneta digitale creata dalla Banca centrale.
Nonostante il presidente della Federal Reserve Jerome Powell abbia dichiarato pubblicamente solo lo scorso marzo che il paese non è vicino nemmeno a raccomandare una moneta digitale legata alla Fed. Insomma, si tratterebbe della solita fuffa presentata dal politico. Si è in piena campagna elettorale ed è normale che le si tentino tutte per poter racimolare qualche voto.
Incontri in cerca di sostegno
Ma quando si tratta di Trump bisogna sottolineare che difficilmente si ferma al politically correct. È giusto recentemente è uscita la notizia che l’ex presidente avrebbe ospitato nella sua residenza in Florida alcuni magnati Bitcoin tra i quali troviamo Amanda Fabiano, membro del consiglio di amministrazione di Terawulf. E ancora il presidente esecutivo di CleanSpark Matthew Schultz nonché Jason Les e Brian Morgenstern della Riot platform.
Insomma, nomi che hanno una certa rilevanza all’interno del settore. E che non lesinano nel lodare Trump per l’impegno che vuole mettere nel sostenere questo mercato. Soprattutto in opposizione con le attuali norme, molto poche, regolanti il settore. Trump rappresenterebbe il baluardo di coloro che consentirebbero una informazione “corretta” su Bitcoin e criptovalute., Almeno secondo i suddetti miner.
Forse dovremmo ricordare quando nel 2021, da presidente, questi sostenne che il Bitcoin sembrava una truffa. Ma si sa, cambia il contesto, cambiano anche le idee. Di certo, avendo avuto un assaggio di una potenziale presidenza Trump in passato, va da sé che per quanto attualmente ricercato, con molta probabilità un supporto da parte dell’uomo non sarebbe poi così auspicabile.
Soprattutto in un momento economico in cui le banche centrali hanno ancora bisogno di essere forti e inattaccabili.