La vita delle criptovalute non è facile negli Stati Uniti al momento: Almeno quella di quelle che assomigliano di più a delle vere e proprie azioni societarie. La Sec è infatti intenzionata a eseguire un giro di vite molto importante.
Colpire quelle criptovalute che sono securities
L’autorità che regolamenta i mercati finanziari In America sostiene che circa 68 siano classificabili come securities piuttosto che token ed è intenzionata a trattarli nel modo corretto. Ovvero come strumenti finanziari da inserire sotto la sua vigilanza. Una mossa che porterebbe a un maggior controllo di queste criptovalute e di conseguenza a una tutela più ampia dei risparmiatori.
Tenendo da conto la capitalizzazione di mercato dei suddetti token si arriva a circa 100 miliardi di dollari di valore complessivo di questi asset. Almeno 53 criptovalute sono per la Sec da considerare delle securities, tra le quali figurano alcune presenti nella top ten del mercato crypto. Binance è protagonista con ben due e valute: il token BNB e la stablecoin agganciata al dollaro Busd. E ancora Ripple che può vantare una causa in atto con l’autorità statunitense dal 2020 proprio per questo motivo. Anche Solana nella lista insieme a Cosmos, Algo dipendente dalla blockchain Algorand e Sand, uno dei progetti più importanti del metaverso.
Sotto osservazione anche asset generati da Mirror Protocol
Queste sono solo alcune delle criptovalute più note che vengono considerate delle vere e proprie securities. Ai quali secondo la Sec devono essere aggiunti tutti quegli asset generati da Mirror Protocol: in poche parole degli ETF cripto come mApple, mTwitter, mGoogle solo per citarne alcuni.
Questo elenco è stato aggiornato di recente proprio nel momento in cui l’autorità statunitense ha citato in giudizio civilmente Binance, conosciuto da tutti per essere il più grande exchange di criptovalute al mondo. Anche Coinbase si trova nel mirino della Sec, nonostante l’autorità abbia dato modo l’exchange di quotarsi in borsa nel 2021.
L’autorità statunitense in realtà vuole prima di tutto identificare i coin o token che più che una moneta posseggono tutte le peculiarità per essere considerate delle azioni di una società. E poi colpire gli exchange che ne consentono il commercio e lo scambio. Qualcosa che non potrebbero fare se tali token o coin sono considerati degli strumenti finanziari di tipo tradizionale.
Senza dubbio si tratta di una battaglia che avrà bisogno di molto tempo per essere vinta. L’approccio, a ogni modo, sta facendo sentire il suo peso all’interno del mercato dato che le criptovalute, in questi giorni, stanno mostrando una volatilità che da tempo non presentavano. Facendo registrare cali importanti.