Silvergate, in crisi per colpa di FTX

FTX danneggia anche Silvergate. Non si può che definire in questo modo quello che è successo a questa società che fornisce infrastrutture finanziarie al mondo degli asset digitali.

Crisi importante per Silvergate

Per chi non è pratico del mondo delle criptovalute questo potrà sembrare pazzesco eppure la bancarotta di FTX ha portato Silvergate davanti a una crisi dai risvolti importanti. Una situazione te la costringerà a mettere mano in questi giorni anche alla propria forza lavoro.

L’azienda ha infatti ammesso di aver subito, nel corso degli ultimi tre mesi, del 2022 una perdita di depositi incredibile. Si parla del passaggio da 11,9 miliardi di dollari a 3,8 miliardi di dollari. E proprio per via della crisi innescata dalla bancarotta dell’exchange si troverà a dover licenziare il 40% della forza lavoro, pari a 200 dipendenti.

Il buco di liquidità creatosi è così importante che non vi è altra soluzione per Silvergate, di limitare al massimo le spese e lavorare nel riconquistare la fiducia dei propri clienti. Questo crollo sta avendo ripercussioni anche sul valore delle sue azioni che sono scese a 12 dollari dopo un calo del 45%. La società ha deciso di spiegare i problemi in una nota. Sottolineando come l’industria degli asset digitali è rimasta vittima di un cambiamento rivoluzionario a causa proprio dell’eccesso di indebitamento che ha dato vita a bancarotte di alto livello.

FTX rientra in uno di questi, è evidente. Per non rimanere vittima della fuga di depositi la società ha liquidato nell’ultimo trimestre bond per circa 5,2 miliardi di dollari, con una perdita di 718 milioni.

Necessità di agire in modo netto

All’interno del comunicato emesso, Silvergate ha sottolineato come si sia trovata costretta a dover prendere delle decisioni capaci di mantenere la liquidità necessaria alla sua sopravvivenza. In modo tale, ha spiegato, di soddisfare qualsiasi potenziale uscita di depositi.

Tecnicamente parlando la società guidata da Alan Lane detiene 5,6 miliardi di bond governativi americani e 4,6 miliardi di liquidità. E anche per lei il problema sostanziale è stato rappresentato dall’aver fornito dei servizi a FTX. Qualcosa che ha portato anche alcuni senatori americani a richiedere chiarimenti sul ruolo avuto nell’accettazione di depositi per Alameda Research, la società di trading legata all’ex exchange e parte dei possedimenti di Sam Bankman-Fried.

Silvergate, nonostante il brutto colpo e tanta strada ancora da fare sembra essere stata in grado di superare adeguatamente la tempesta. Almeno per il momento. Solo i prossimi mesi ci diranno se le strategie messe in atto saranno state davvero efficaci per poter risalire da questa brutta caduta.

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