Bitgrail e il mistero della truffa ai suoi danni

Anche qui in Italia le criptovalute portano al succedersi di eventi che riescono a sconvolgere il loro mondo: nel nostro paese un ruolo da protagonista lo hanno conquistato Bitgrail e il mistero della truffa ai suoi danni.

bitgrail indagato fondatore

Cosa è successo con Bitgrail

Va ammesso che forse non è corretto parlare di mistero in base agli ultimi sviluppi che vorrebbero come autore della truffa ai danni dell’exchange italiano proprio il suo stesso fondatore. Una trama da film? Quasi.

A dare la notizia del coinvolgimento del fondatore di Bitgrail nella truffa all’exchange è la Polizia Postale italiana, secondo la quale sarebbe proprio lui l’autore di quello che può essere definito il più grande attacco cyber-finanziario nel nostro paese. Ma chi è il fondatore del portale? Ha 34 anni, è di Firenze e avrebbe sottratto all’exchange da lui fondato e quindi ai suoi clienti, ben circa 120 milioni di euro.

Al momento si parlerebbe di presunta truffa e coinvolgerebbe più di 230 mila clienti relativamente all’attacco subito da Bitgrail nel febbraio del 2018. Le indagini relative sono iniziate lo stesso mese dell’illecito e la denuncia fu presentata proprio dal fondatore stesso per via del furto di un token Nano (XRB).

A suo tempo il fondatore e amministratore unico di Bitrgrail rivolse le sue accuse pe l’attacco verso un bug ipotetico proprio relativo al protocollo Nano, ma la Polizia Postale, nonostante la sua completa collaborazione, no lo ha mai escluso dai possibili indagati, ipotizzando un suo coinvolgimento nella vicenda. Una posizione avvalorata da alcune dichiarazioni contraddittore e contrastanti giunte da lui e da alcuni collaboratori e soci.

Indagini e risvolti del fallimento

attacco bitgrail indagato

Bitgrail ha dichiarato fallimento nel 2019, ma nel corso delle indagini, gli inquirenti furono in grado di rintracciare 230 BTC che l’uomo aveva nel frattempo depositato sul proprio conto personale su The Rock Trading (TRT) un altro exchange italiano con una tempistica sospetta: tre giorni prima di sporgere la denuncia.

I Bitcoin vennero sequestrati dal Tribunale di Firenze e lasciati in via fiduciaria in custodia sull’exchange: F.F. non ne è tornato in possesso, gli stessi sono stati infatti venduti via OTC tramite TRT per procedura fallimentare. Da quel che è emerso dalle ricostruzioni degli investigatori, la sottrazione di token ai danni dell’exchange è avvenuta a partire da giugno 2017 senza che il fondatore di Bitgrail facesse qualcosa per impedirlo.

E’ stato inoltre ricostruito che per acquistare XRB  tra l’1 dicembre 2017 ed il 28 febbraio 2018 gli utenti avrebbero versato sull’exchange un totale di quasi 600 milioni di euro in BTC.

F.F. è ora sotto accusa per frode informatica, auto-riciclaggio e bancarotta fraudolenta.

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