Tether, smentita manipolazione Bitcoin in nuovo studio

Uno studio accusa, l’altro smentisce: è questo il nuovo capitolo del caso che ha coinvolto Tether, accusato di aver manipolato il prezzo di Bitcoin alla fine del 2017.

nuovo studio scagiona tether

Il prezzo di Bitcoin nel 2017 e Tether

Quella che voleva Tether come possibile colpevole di un’eventuale manipolazione di Bitcoin per regolarne il prezzo alla fine del 2017, in concomitanza con la bolla occorsa è stata un’ipotesi decisamente dibattuta nel corso di queste ultime settimane. Uno studio condotto dai professori John Griffin della University of Texas e Amin Shams, della Ohio State University, aveva sostenuto che  la bolla di fine 2017 occorsa fosse stata causata da una singola “balena” che avrebbe manipolato il prezzo di Bitcoin su Bitfinex utilizzando Tether comprando Bitcoin in grandi quantità con USDT in presenza del calo dei prezzi.

Un’ipotesi rigettata caldamente sia dai gestori di Tether che da diversi esperti in criptomonete che hanno sottolineato come le scarse informazioni a riguardo non possono essere sufficienti a lanciare un “Je accuse” di così imponenti proporzioni.

Studio smentisce coinvolgimento di Tether

tether prosciolta da accuse manipolazione btc

La nuova ricerca, che arriva a smentire quanto confermato nell’altro studio, è stato pubblicato su LongHash e ha preso in considerazione, analizzandolo, quella che è stata l’influenza di USDT sul Bitcoin ed il suo mercato dal 2014 ad ora.  Più nello specifico gli autori hanno calcolato una metrica chiamata “TPP – Tether Purchasing Power” in grado di misurare quanti BTC sarebbero potuti essere comprati utilizzando tutti gli USDT presenti nel mercato: tecnicamente parliamo della capitalizzazione di mercato di USDT divisa per la capitalizzazione di mercato di BTC. Più alto risulta il rapporto, più alta la potenziale manipolazione. Prendendo in considerazione il 2017 ed il mercato rialzista che lo ha caratterizzato, il TPP è stato alto solo fino all’estate, ed è sceso durante la bolla di fine anno “incriminata”.

Secondo gli analisti che vi hanno lavorato, questo significherebbe che la capacità USDT di influenzare il mercato Bitcoin è maggiore quando il prezzo dei BTC scende: l’esatto opposto dell’accusa di manipolazione mossa a Tether. Tra l’altro basta analizzare i numeri per rendersi conto che nel periodo “bull market” del 2017, USDT non è riuscita a stare al passo della crescita di Bitcoin.

Ecco quindi che, secondo questo ulteriore studio, l’ipotesi che Tether sia in grado di manipolare il prezzo della principale criptovaluta sia poco credibile e poco sostenuta da prove e che se vi è un momento nel quale USDT può essere considerato influente è nel periodo di “bear market“.

 

 

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