Merge di Ethereum, che succede

Il merge di Ethereum avverrà il 15 settembre 2022: un giorno molto atteso in grado di cambiare non solo la stessa blockchain ma anche il mondo delle criptovalute stesso.

ipotesi lancio ethereum 2.0

Nuovo metodo di validazione delle transizioni

Il nuovo metodo di validazione delle transazioni all’interno della propria blockchain darà modo alla stessa di cambiare degli aspetti basilari della sua gestione. Il merge di Ethereum infatti porterà prima di tutto a un abbattimento dei costi di funzionamento pari al 99,95%. Si tratta forse di una tra le modifiche più rilevanti. Non priva di polemiche però.

E la spiegazione è presto data: una volta avvenuto il merge di Ethereum,  a controllare e approvare le transazioni nella suddetta rete saranno gli stessi possessori di criptovalute e non i minatori di valute digitali e i loro computer tecnologicamente avanzati.

Attenzione però: questa rivoluzione crypto non è detto che renda più ampie le possibilità per chi interessato di entrare in questo mondo dei “controllori” dati i costi meno bassi di accesso. In realtà saranno i possessori di Ether già accumulati prima del merge di Ethereum a diventare i controllori dei trasferimenti di asset nella rete.

Per divenire un “controllore” gli investitori dovranno possedere almeno 32 ether, ovvero circa 50 mila euro. Ecco quindi che sì costi più bassi ma non automaticamente una crescita delle  figure specifiche.

Questa operazione, come ha spiegato anche la fondazione di Vitalik Buterin, il creatore di Ethereum, potrebbe non essere priva di rischi. Il sito dell’organizzazione ha paragonato il merge alla sostituzione di un motore caldo da una macchina in corsa. Tutto potrebbe andar liscio come esserci delle problematiche. E questo solo il tempo saprà dircelo. In caso di successo, va sottolineato, la blockchain di Ether potrebbe davvero distanziarsi positivamente dalle altre.

Merge di Ethereum e proof of stake

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Il merge, lo ricordiamo, porterà a passare dal protocollo proof of work ideato da Satoshi Nakamoto con il Bitcoin e usato da tutte le altre cripto al proof of stake o “prova con una posta in palio“. Questa è lo stesso possesso Ether per tutti coloro che ne posseggono molti e hanno interesse a evitare il “doppio pagamento”  e a mantenere alta la fiducia nella blockchain e nella criptovaluta.

I validatori delle transazioni ora potranno usare direttamente i propri ether per valutare senza bisogno di macchine di calcolo costose da acquistare e da gestire, ottenendo un guadagno per ogni transazione validata.

Un cambiamento, lo ripetiamo, importante, che potrebbe incuriosire anche degli investitori istituzionali. E questo potrebbe cambiare le carte in gioco nell’intero mercato delle criptovalute.

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