Criptovalute e truffe: Zhimin Qian

Quando si parla di criptovalute tendiamo a suggerirvi sempre un approccio serio e responsabile. E la ragione la può spiegare anche la storia di Zhimin Qian.

Caso emblematico di truffa con criptovalute

La vicenda di Zhimin Qian, infatti, mette in luce come la tecnologia delle criptovalute possa finire al servizio di operazioni criminali su scala globale. Anche se le forze dell’ordine stanno riuscendo man mano a rispondere in modo efficace a queste minacce.
Ma andiamo con ordine. Qian, una cittadina cinese di 47 anni, è risultata coinvolta come promotrice di un enorme truffa in Cina sviluppatosi tra il 2014 e il 2017 che ha coinvolto oltre 128.000 investitori.

Con la scusa di un investimento vantaggioso, molti hanno versato denaro in un’impresa che prometteva ritorni irrealistici, mentre i proventi venivano convertiti in bitcoin. Ricordiamo che una regolamentazione internazionale e importante è ciò che si richiede da tempo proprio per rispondere a questa tipologia di problematica.

La donna infatti, iniziate le indagini in Cina è fuggita in Europa, assumendo un’identità falsa e arrivando nel Regno Unito. Lì ha tentato di riciclare i proventi della frode affittando immobili di lusso, acquistando gioielli e orologi costosi. E spendendo in hotel di lusso.

Per dare una idea della grandezza della truffa, basti dire che nel corso dell’indagine, la polizia britannica ha confiscato un portafoglio contenente circa 61.000 bitcoin. Al momento dell’arresto questi corrispondevano a oltre 6 miliardi di dollari. Inutile dire che si parla di una delle più grosse operazioni di sequestro di criptovalute nella storia.

L’importanza di questo arresto

Il 29 settembre 2025 Qian ha dichiarato la propria colpevolezza alla Southwark Crown Court di Londra per i reati di acquisizione e possesso di beni criminali, collegati al riciclaggio dei fondi ottenuti in modo illecito. E lo scorso 11 novembre è stata condannata a 11 anni e otto mesi di reclusione.

Il giudice ha sottolineato che Qian è stata “l’architetto da capo a fondo” di questo sistema criminale, motivato da quella che ha definito “pura avidità”.

Perché questo arresto è importante? Per prima cosa dimostra che i reati finanziari con criptovalute non sono confinati a soggetti marginali. La tecnologia del bitcoin e delle criptovalute in generale può essere sfruttata da organizzazioni che operano a livello internazionale.

In seconda istanza che, se condotte di concerto unendo forze e leggi, le indagini possono scoprire e sgominare. Questa operazione nello specifico è durata diversi anni e ha coinvolto più Stati, documenti falsi, trasferimenti occulti e un’intera rete di riciclaggio. Ora, questo può essere anche considerato un caso estremo ma evidenzia due importanti necessità.

La prima: serve una regolamentazione efficace e comune che consenta alle forze dell’ordine di lavorare più velocemente e senza ostacoli. La seconda: quando vengono offerti in materia di investimenti guadagni e rendimenti estremi in tempi brevi bisogna fare attenzione, soprattutto se si parla di criptovalute.