I dati sull’inflazione USA non agiranno solamente per quel che riguarda l’economia flat. Ci si aspetta, infatti, che avranno un certo peso anche sul mercato delle criptovalute, interessando né tre nello specifico.
Inflazione USA e cripto
Da quando Donald Trump è diventato presidente degli Stati Uniti per la seconda volta, non ha mai smesso di essere paese di interesse dell’uomo nel sostenere il mercato delle criptovalute. Né che la gestione dell’economia tradizionale avrebbe portato quasi sicuramente a delle condizioni capaci di sostenere gli asset digitali, anche solo prendendo in considerazione il risultato delle sue strategie.
L’inflazione USA è un dato molto atteso in generale, sia per quel che concerne il costo del denaro ed eventuali ribassi dei tassi di interesse, sia per quel che concerne le cripto. A stare sull’attenti, in particolare, sono i possessori di Bitcoin, Ethereum e Ripple. Sono questi tre gli asset che stanno attirando maggiormente l’attenzione soprattutto dopo la pubblicazione, martedì scorso, dei dati sull’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti.
Ethereum ha superato i 4.600 dollari, Ripple i 3,22 dollari e Bitcoin è tornato a veleggiare sopra i 120.000 dollari. Pur mettendo da parte tutte le analisi concernenti un possibile aumento di Bitcoin fino ai 200.000 dollari nel corso dell’anno, va detto che sarebbe da stupidi ignorare cosa sta accadendo.
Soprattutto perché, sostenute dai dati dell’inflazione USA, tutte queste monete potrebbero salire ancora di più, intraprendendo una vera e propria corsa al rialzo. Già prendendo solamente in considerazione i BTC, è evidente che tutto potremmo aspettarci in questo momento fuorché un calo. E se a tutto ciò si unisce un forte sentiment in merito alle criptovalute in generale, non è difficile prevedere un nuovo record per la moneta di Satoshi Nakamoto.
In rialzo anche Ripple ed Ethereum
Anche Ethereum è un asset digitale che, sempre di più, si sta affermando, nonostante un livello di prezzo più basso. Attualmente, infatti, punterebbe al raggiungimento del massimo storico di 4.878 dollari raggiunto nel novembre del 2021, per poi puntare al superamento della soglia dei 5.000.
Ripple, nonostante un prezzo decisamente più basso, potrebbe sfruttare questo trend di crescita per un’altra motivazione. Non dobbiamo, infatti, dimenticare che, insieme alla Security and Exchange Commission (la SEC), ha presentato una mozione congiunta per il respingimento dei ricorsi precedentemente presentati.
Mettendo fine a quella che era divenuta ormai una causa quinquennale della SEC nei confronti della criptovaluta. Si potrebbe disquisire a lungo delle motivazioni alla base di questo accanimento. Ma ci limiteremo a sostenere, con molta probabilità, che con il cambio di dirigenza all’Ufficio Federale sia occorso anche un cambio di rotta sulle criptovalute in generale.